lunedì 21 novembre 2011

Friends

Cristo  è il mio amico immaginario. Viola, 3 anni e 1/2

17 novembre 2010

In pasticceria con V. Un caffè per me e due pizzette-salatino per lei.

Giovane mamma, bella e in forma come solo quelle che hanno partorito da pochissimo e si credono onnipotenti. Io mi ricordo che ero così... Su di giri, ben vestita e ben truccata: durato forse due settimane. Poi son stramazzata e lo son tutt'ora. Bella mamma dice che ha preso la pastiglia per farsi andar via il latte. Forse il bimbo a dir tanto aveva 3mesi. E con orrore dice che no, no... basta... pensa che ci sono quelle che allattano fino a due anni. Ma siamo matti? Commessa annuisce partecipe, poi serve la pizzetta a V. E io le dico che lei è stata allattata fino a due anni e un mese. Sorriso imbarazzato: ma è trooooppo...

Io non vedo perchè. V. sta bene e questo mi sembra la sola cosa importante. Siamo state fortunate, non dico che se non allatti è male. Ci possono essere mille motivi per i quali non te la senti/non puoi/non vuoi farlo. Ma a mio parere è sciocco prendere la pastiglia per farsi andare via il latte così presto e senza un reale motivo che non sia il desiderio di essere "più libere".

8 novembre 2010

succede che...

...passiamo gli anni della scuola superiore praticamente in simbiosi... quella simbiosi da adolescenti che a volte finisce col preoccupare le mamme. iniziamo l'università, quella scelta da me controvoglia e alla quale vengo ammessa, unica tra i nostri amici, e tu mi segui facendo addirittura ricorso contro il numero chiuso. la simbiosi continua, il corso di editoria multimediale extra-università, ci vede ancora insieme. lo stage e poi il lavoro sempre insieme. poi cambia qualcosa, finisce quel lavoro, lasci l'università, cambio lavoro e tu torni a lavorare nel negozio di tua zia.

penso di aver sofferto più per il tuo allontanamento che per tutte le volte in cui sono stata lasciata da un ragazzo.

ti ho cercata un po' ma poi basta ad un certo punto le cose si devono volere in due.

e ora? mi hai ricercata, facebook of course, e mi hai chiesto se mi puoi chiamare. sono passati 10 anni, figli, lavori, lacrime, risate, case, traslochi. e tu non c'eri. ora ho un po' paura. ma ti ho detto sì, sentiamoci. ora hai il mio numero.

saremo due estranee? o ancora noi?

8 ottobre 2010

Guanda... un cavallo!
Tu che ti arrabbi se non riesci a girare le tagliatelle sulla forchetta, perchè di nascosto te le ho un po' tagliate, e dici che "queste paste non si spaghettano".
tu, che mi dici "non toccuparti, non mi fo la pipì indosso".
Tu che probabilmente hai un debole per il piccolo D. della tua classe... quello che stamani ho scoperto avere l'aria da pazzo... da uno che non vorresti mai vedere accanto a tua figlia..
Tu che alla sera mi dici "parliamo del lasilo".
Tu che quando ti dico che sei profumata mi rispondi: "eh, ma io ho messo la crema".
Tu che chiamavi le scarpe tem-tem e ora te le infili da sola.
Tu che sculetti come Otto quando fa i puzzotti.
Tu che piangi perchè Heidi non ha la mamma e il papà. E Calimero?
Tu che mi citi l'Era Glaciale con "...Mi stai minacciando? Muoviti bapido (bradipo)! Bella mossa tigre... Tutti dentro!"
Tu che canti le canzoni dei Tre Allegri Ragazzi Morti.
Tu che distingui Lady Gaga da Gwen Stefani... che non ci va una scienza di per sè, ma tu non hai neanche due anni e mezzo.

L'altro giorno, con le lacrime un po' in tasca, ho detto alla capa-maestra che a casa ogni tanto fai la matta e io non so come comportarmi... e lei, che di per sé conosco poco, ma mi piace, dopo un po' che parlavamo mi ha detto che "stai facendo la bambina... che ci stai facendo pagare il fatto che ti mandiamo all'asilo, che sì, dimostri ben più dei due anni e mezzo che ti han fatto entrare nella sezione primavera della materna, che hai una marcia in più xchè parli bene e sei più matura degli altri nani... ma sei pur sempre una piccoletta" e io le dicevo che quando fai così sì, perdo la pazienza, ma cerco di farmi spiegare cosa c'è che non va, ti spiego perché una cosa si fa così, piuttosto che cosà.... che se fai così è pericoloso perché... e lei mi ghiaccia un po'  rispondendomi che "siete troppo verbosi... parlate troppo... lei cognitivamente capisce solo una parte di quello che dite..."  Bene, ma noi non abbiamo mai fatto niente per farti "crescere più furba"... ci siam solo rifiutati di trattarti da cretina solo perchè sei piccola. Non c'è mai stato niente di costruito con te. Ti abbiam trattata troppo da grande? Che ne so... sei la nostra prima figlia. Io non ho mai avuto a che fare con bambini... A dirla tutta non mi han mai fatto impazzire i bambini.. sì, simpatici, carini, ma diciamo pure che non ho l'anima della maestra. Quando mi dici "spiegamelo..." io lo faccio. E cerco di essere chiara. Ho pure abbozzato, su tua domanda, una spiegazione della morte mentre eravamo in auto, ma fortunatamente hai visto passare un cavallo e mi hai detto "mamma guanda!!!!!! un cavallo"

Domenica 19 settembre 2010

sei nel lettino, tutta su un fianco e hai tossito così tanto nel sonno... ti ho coperta e mi sono sentita una stronza per tutte le volte che in un attimo perdo la pazienza e tu mi dici "mamma non ti arrabbiare"... e se ci penso mi manca il fiato sapendo che domani comincerai la tua seconda settimana di asilo. e lasciarti lì sorridente per me è un regalo grande... non so come fai ad essere una creatura così meravigliosa... non so come hai fatto a diventare così stando così tanto tempo con me. sei positiva, dolce, aperta a tutti... il contrario di me. sapere che venerdì alle 11.30 hai pianto perché non mi hai vista tra le mamme in coda a riprendersi i propri cuccioli... la maestra aveva proposto di farti mangiare lì. tu al mattino sembravi contenta ma alla vista di quel fuggi fuggi pre-pranzo ti sei chiesta perchè tu non avevi la tua mamma lì davanti alla porta. e ora sto piangendo immaginando come ti sarai sentita... io che venerdì ero così magonata dopo averti lasciata lì... perché la maestra mi ha chiesto se ero d'accordo a farti fare acquaticità. certo. facciamo i moderni. e dove? qui a p.? no, a t. prendiamo il pulmino e andiamo. il P U L M I N O ? non hai neanche due anni e mezzo... lo so, sono pessima. ma l'inserimento voi maestre per chi lo fate? dopo due giorni mi parlate di pulmino? ma se io in questi 29 mesi mi sono persa poco o niente di te? non lavorando sono stata sem pre con te, giorno e notte, nel bene e nel male, quando ne avevo voglia e quando avrei voluto chiudere gli occhi. sono stati i due anni più difficili della mia vita, ma ovviamente i migliori. è successo di tutto ma senza te e m. non so come avrei fatto. abbiamo cambiato casa e mi son ritrovata più vicino ai miei ma anche così lontana da loro come non mai. a conti fatti si stava meglio quando si stava peggio. poi ci sei tu che parli come una grande, sembri una bimba del doppio dei tuoi anni e vesti appunto 4 anni... sei forte e vorrei impedirti di soffrire, di vivere le delusioni, di sentirti sola, triste, fragile... ma non è possibile. forse sta proprio lì il bello. ma spero che al primo morso di pincopallino, tu sappia rispondere e che non ti vengano gli occhioni lucidi con i quali cerchi una spiegazione. perchè mi ha morsicato? oppure perché non vuole giocare con me? perchè il mondo è meraviglioso ma troverai sempre qualche stronzo o qualche stronza che ti faranno sentire inadeguata... io sono chiusa e preferisco star nel mio ma al mare ho fatto violenza su me stessa per aiutarti a interagire un minimo, perché poi hai fatto tu tutto il resto,  con i bambini con i quali volevi giocare... ciao bimbo come ti chiami? e si vedeva che tu eri felice e allora chissenefrega se io facevo fatica e mi sarei voluta sotterrare... tu sei la cosa più importante per me.
te lo dicono che il periodo in cui siete nella pancia è il più semplice...  io sapevo che stavi lì, che stavi bene, mangiavi e dormivi e poi pum. ad un certo punto vieni fuori e comincia tutto. progressivamente io sento di diventare come mia madre e questo mi fa incazzare. e tu, testimone di mille cambiamenti, vedi allontanarsi le mie amiche. ingrandirsi la casa, aumentare le paure, centuplicare la gioia, smisurarsi il mio girovita. m. mi aveva fatto tirar fuori a forza di pazienti tentativi, quale fosse la visione del momento che stavamo vivendo l'anno scorso. un tunnel con la luce in fondo. ora la luce c'è tutta intorno a noi ma forse vedo un tunnel all'orizzonte. tu stai crescendo e io devo prendere in mano la mia vita. devo trovare il modo di lavorare perchè se no non ce la facciamo. e nonostante la laurea e gli anni di lavoro passato, mi sento un fallimento.
non ho più gli esami da dare, poi la cassa con cui tirare avanti, poi la pancia a cui pensare, poi te a cui pensare, poi la casa a cui pensare... adesso va tutto più o meno avanti da solo. te compresa. e questa è la cosa più difficile da mandar giù. non voglio fare gli errori dei miei che alcune cose non me le hanno fatte fare per paura, pigrizia o che ne so. l'iperprotezione. è un problema. e se subito non te ne rendi conto, quando cresci ci fai i conti. mia madre, quella dura, severa... l'altro giorno mi dice "vai di nascosto alla piscina quando va col pulmino ad acquaticità". ma diamo i numeri? ma non posso ridurmi così. starò malissimo quel giorno ma non posso mettermi un paio di baffi finti e un impermeabile per spiare... non devo.
ho chiaro in mente il giorno in cui sei nata, il ricovero obbligato per scadenza del termine, io col mio trolley che dico buongiorno dovrei essere ricoverata per partorire. e tu che a forza di dai e dai dopo due giorni decidi che "si, vabbè esco."
non ero curiosa, avrei rimandato quel momento volentieri. forse questa si chiamava paura. eravamo soli io e papà.per fortuna. e non riuscivo a pensare al giorno dopo, non sapevo cosa immaginarmi, come potevi essere. ad un certo punto me ne volevo andare. stavo male. ma un male che tanto nessuno ti può spiegare e io nemmeno lo saprei descrivere. ma dopo un pomeriggio collegata ad una macchina, con il massimo del movimento che potevo fare, riconducibile a un seduta-in piedi, volevo andarmene. non ne volevo più sapere niente. volevo l'anestesia, ma mi vergognavo a dirlo a papà. ci eravamo detti che preferivamo non farla. plurale delle balle. poi per fortuna l'anestesista era in altre faccende affaccendato ed è andata bene così. papà è stato fondamentale per me. ad un certo punto è diventato me, ha parlato per me, ha chiesto per me, ha detto per me. e io ho smesso di parlare, volevo solo che uscissi, faceva male ma volevo vederti. volevo essere sicura che stessi bene, che fossi perfetta come desideravamo.
e quando si diventa mamma? boh. a ripensarci credo non nel momento in cui ti ho vista. mi sono innamorata all'istante di te, ma non credo di aver realizzato di poter essere realmente tua mamma. adesso, quando ti guardo mentre disegni, giochi, corri, balli, sculetti, mi accarezzi, piangi, mi fai gli occhiacci, mi abbracci.... so di essere tua mamma.